DA RICHIEDENTI A PREGANTI – Domenica 28 luglio

Dal Vangelo secondo Luca

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Sono gli apostoli a chiedere a Gesù di insegnare loro a pregare. Lui gli propone qualcosa di inedito e sconvolgente nella stesso tempo. Li scandalizza fino al punto da renderli consapevoli che ogni volta che desidereranno qualcosa dovranno passare da richiedenti a coinvolgenti. La preghiera comincia dove finisce la preghiera. 

Gesù propone loro di invocare il Padre e di santificarsi per santificare con la stessa metodologia: la misericordia.

I richiedenti non sono i preganti piangenti ma i motivanti impegnati a dar da mangiare, a costruire la pace, ad amare gli ultimi e a lottare affinché nessuno sia schiavo o escluso. Per questo non c’è orario per chi bussa. E chi bussa non può che fare una sola scelta: aprirsi all’amore misericordioso del Padre e concretizzarlo.

I richiedenti non sono preganti invadenti e noiosi che pensano solo a se stessi, ma impegnati con le ginocchia piegate davanti all’Eucarestia a cambiare la storia. Quella storia dove i violenti sembrano vittoriosi, mentre, in realtà, sono solo orgogliosi e sconfitti che non sanno amare.
Il Padre ai richiedenti dona lo Spirito perché siano rivoluzionari della misericordia.

Il cammino è ben presto delineato: da richiedenti a preganti e da preganti a misericordiandi. Stretti collaboratori di un Padre misericordioso che vuole i suoi figli sempre pronti ad essere amati e amanti di tutti.

Il vostro parroco
Antonio Ruccia