Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
A Gerico, la città dalle alte mura inespugnabili conquistata da Giosuè dopo aver compiuto per sette volte il giro delle stesse con l’Arca dell’Alleanza (Gs 6,1-21), Gesù si mostra nel suo essere attento e rivoluzionario nello stesso tempo. Attento perché non gli sfugge nessun particolare e soprattutto perché nessuna persona scompare dalla sua vista; rivoluzionario perché compie un gesto che gli permette di mostrare, nonostante il vociare della strada, che nessuno è un escluso.
E’ Zaccheo, un capo dei pubblicani, ad essere al centro della scena. I pubblicani erano “uomini dell’impero”, uomini che a nome dell’imperatore raccoglievano i tributi, uomini che avevano tasche grandi dove abitualmente ponevano il denaro di cui si erano indebitamente appropriati. La loro cattiva fama era spesso peggiorata dal fatto che alcuni erano soliti compiere abusi e nefandezze.
Quest’uomo piccolo di statura salì su un sicomoro al passaggio di Gesù. Era curioso di vedere il Nazzareno di cui tanti parlavano. Era stato addirittura pronto a correre innanzi agli altri pur di non perdere quest’occasione.
Eppure, è Gesù che “alza lo sguardo” verso di lui.Insomma, lo vede tra i rami verdeggianti del grande albero e lo invita a scendere in fretta. Non solo … gli chiede di poter condividere il pasto nella sua casa. Un pasto fuori dalla portata dei curiosi e delle telecamere dell’epoca che si limitarono ad un semplice passaparola di mormorazione per il fatto che quell’insolente di un umilevillaggio della Galilea aveva preferito la casa di uno che chiedeva le tangenti piuttosto che quella di un onesto frequentante il tempio o di un antiromano, uno di quelli di cui si sentiva l’urgenza al fine di cacciare l’invasore.
Cosa si saranno detti in quella casa davantiai cibi speziati, non ci è dato saperlo. Ma non sarà difficile dedurre che Gesù, rispettando diligentemente le regole e dividendo la carne dai latticini secondo la tradizione ebraica, tra un boccone e l’altro, non avrà fatto a meno di indicargli la via delle beatitudini; la strada in cui i poveri non camminano a distanza, anzi sono i primi, sono quelli che alla fine ti prendono per mano mettendoti in difficoltà e soprattutto rivoluzionano la vita condotta secondo i canoni dell’interesse personale piuttosto che secondoquello dell’altruismo.
Zaccheo, alzatosi da tavola, scende dal piedistallo che si era costruito con frodi e soprusi e dona metà del suo patrimonio ai poveri e si dichiara pronto a restituire per ben quattro volte più di quanto aveva frodato. La sua casa diventa luogo di ripartenza con destinazione “tutti”. Una via in cui al centro non c’è più un qualcosa da trattenere, ma persone da accogliere e ripagare con amore.
Salire è sinonimo di vedere, vedere dall’alto e scrutare come agire per essere sempre un gradino più su dell’altro. Salire è sinonimo di superiorità perché nella scala sociale chi sta più alto vale di più anche quando i suoi titoli sono ottenuti con strategie illecite. Salire è sinonimo di possedere perché è la bancabilità che qualifica nella maggior parte dei casi una persona.
Ma nel nostro caso quella salita è stata determinante. Quell’ascesa sul sicomoro ha richiesto una discesa che ha condotto Zaccheo ad accogliere Gesù nella sua casa. Ed è la casa al centro della vera rivoluzione del cambiamento. È quello che avviene per Maria quando, dopo la vita dell’Arcangelo nella sua casa di Nazaret, in fretta, sale ad Ain Karen per incontrare sua cugina Elisabetta dove in un’altra casa, quella di Zaccaria il muto,avviene per tutti uno strano cambiamento, una vera e propria rivoluzione. E’ la scelta dell’essere poveri e di svoltare con i poveri che permette di sentirsi fratelli di tutti.
Si comprende che scendere, e per giunta in fretta, non è sinonimo di scappare o di andare per altra via. Scendere è sinonimo di riscattare. Proprio come Gesù che sceso dalla croce come uno sconfitto, in realtà riscatta tutti perché si è offerto per amore di tutti e haaperto la strada della fraternità e della disponibilità.
Gesù lo aveva fatto con Zaccheo e lo ripropone anche a noi mostrando come è nell’accoglienza di tutti e dei poveri in particolare che avviene il riscatto della vita. Inoltre, è sui poveri che si gioca la nostra credibilità.
Zaccheo non scende per formalità, né per curiosità. Zaccheo scende per creare per sé e per gli altri una progettualità diversa e rivoluzionaria. Un qualcosa che ci sprona a passare dalla Chiesa della formalità e della curiosità alla comunità della disponibilità e dell’originalità.
C’è veramente posto per tutti!
Il vostro parroco
Antonio Ruccia