MISERICORDIANTI SCHIODANTI ED ORA ANCHE MOTIVANTI – Domenica 8 settembre 2019

Dal vangelo secondo Luca (Lc 14, 25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Dopo la sosta nella casa del fariseo dove l’accoglienza del primo momento aveva creato qualche disagio (forse anche più di qualche disagio) per quanto aveva detto a proposito della scelta da operare a favore degli ultimi, Gesù riprende il cammino verso Gerusalemme. 

Un cammino fatto non più da un piccolo nucleo di persone “sgangherate” che si era portata dietro qualche rete o qualche esca per non dimenticare la sua origine e nella recondita speranza di poterle usare da qualche parte, ma da un popolo di uomini e donne che ancora viaggiava, però, nell’anonimato. Un carrozzone che procedeva e che spesso si trascinava dietro dubbi e incertezze. Un carrozzone che spesso finiva dietro le quinte del suo stesso percorso per paura di doverci mettere la faccia.
Per questo Gesù si voltò e indicò loro una proposta. Una strana proposta di sequela che prevedeva una scelta: continuare o abbandonare ? Proseguire verso Gerusalemme o tornare indietro ?
Gesù a ciascuno di quelli che avevano cominciato il percorso e che già erano plasmati per diventare misericordianti indica la strada per essere schiodanti. Una scelta che richiede una sola cosa: AMARE DI PIU’.
Gli interrogativi che avranno assalito chi stava facendo il cammino con Gesù, possiamo solo immaginarli. La loro domanda più ricorrente non poteva che essere: … ma non basta essere misericordianti? … è proprio necessario diventare schiodanti?
Se i misericordianti sono i tessitori dell’amore, insomma, quelli che s’impegnano a vivere la fede proponendo le strade della riconciliazione, era proprio necessario che prendessero la propria croce e poi schiodassero gli altri che erano conficcati su quelle assi di legno?
Gesù non dà una risposta. Gesù propone, ma per chi intende proseguire il cammino, rimandare vuol dire non scegliere né oggi né mai.
I misericordianti che non diventano schiodanti spesso lasciano “in periferia” le croci e preferiscono guardarle da lontano. Sono ottime persone ma restano cristiani del condizionale. Di quel “si potrebbe fare” che non arriverà mai.

I misericordanti diventano schiodanti quando investono in futuro. Quando non si limitano a costruire “torri di avvistamento” o “trincee” per potersi difendere. Diventano schiodanti quando pongono Cristo al centro della loro vita. Quando s’impegnano per la vita nascente, per il dialogo e per la concretizzazione dei progetti della nuova evangelizzazione, per una vita spesa nel servizio, per l’accoglienza della diversità, per la progettualità verso i giovani affinché diventino cristiani e non semplicemente costruttori di ideali che non realizzeranno mai, quando pregano e fanno del Vangelo il centro della loro vita.

I misericordianti diventati schiodanti sono quelli che diventano motivanti e che si collocano con Cristo accanto a tutti per un cammino che continua … sempre!

Il vostro parroco
Antonio Ruccia