NA-TA-LE

Questa volta ho provato ad andare – e non nostalgicamente – anch’io indietro nel tempo. Io che di solito guardo sempre avanti e non ho alcuna voglia di pensare che il passato sia qualcosa da riproporre … mi sono ritrovato a pensare agli anni in cui mi hanno insegnato a dividere in sillabe.

Partendo proprio da questa divisione, provo a porgervi gli auguri natalizi. Non come quelli formali che spesso ci ritroviamo ad avere per strada o che ci arrivano tramite una bella cartolina postale; non come quelli che gli spot pubblicitari mandano ripetutamente in tv o via internet, ma esattamente provocandovi e comunicandovi che il Natale, anche se qualcuno cerca di cancellarlo, è una proposta di “rivoluzione”. Una vera rivoluzione d’amore che non lascia scampo a nessuno. Anche i più riottosi e quelli a cui manca qualche decibel, ascoltano il grido che dalla stalla proviene ancora dopo oltre duemila anni.

NA: come nato. Sì! Dio si spoglia di tutto e Gesù nasce povero nella capanna della periferia di Betlemme. E nasce ancora nella povertà di tanti cuori che lo osteggiano o lo scartano. La crisi economica e quella ecologica, la logica di chi non apprezza la vita e crede che il suicidio assistito sia una forma per liberarsi dal male, le continue forme di educazione alla violenza, c’inducono a pensare che il Bambino non nasca. Eppure quel Figlio, avvolto in fasce, ci s-fascia da tutte le logiche antilife. Non nasce con la camicia, ma da sfasciato ricorda a tutti che Natale è voce del verbo AMARE.

TA: come talento. Sì! Gesù è un talento da non sprecare e da non sotterrare. Non è una persona da emarginare, ma un dono da far fruttare. Non è una proposta da dimenticare o semplicemente da associare a una lauta cena che finisce sempre per lasciare l’amaro in bocca. Gesù è un talento per i tanti giovani che possono fare qualcosa per il territorio. Le valigie di chi oggi lascia il nostro Sud alla ricerca di uno spazio al Nord non sono più di cartone ma sono ancora piene di speranze ed illusioni … C’è qualcuno oggi che vuole che i nostri giovani talenti emigrino e lascino il nostro Sud sempre più vecchio, sempre più in mano ad anziani che non hanno più la forza e la voglia di pensare che il mondo possa ancora dare frutti buoni … Dobbiamo investire nelle risorse e non cedere alle lusinghe di chi alla fine c’invita a partire e a emigrare. E’ il tempo di s-fasciare tutto ciò che ci lega alle logiche di chi non intende farci investire nel futuro e avere la forza di annunciare che Natale è voce del verbo GENERARE … futuro.

LE: come lettera. Sì! Gesù è una lettera aperta che non arriva solo per un giorno, ma che è sempre pronta a dover essere letta. E’ la bella notizia che ti spiazza oltre che ti s-facia. La sua venuta al mondo non è qualcosa di formale o d’informale, ma è gioia. Proviamo ad aprire tutte quelle lettere chiuse e conservate nei cassetti del nostro cuore e vivremo quella strategia di corresponsabilità che dovrà vederci tutti insieme, come un romanzo ,che canta la gioia di vivere, la gioia di portare amore, la gioia di sentirsi fratelli e soprattutto di dire a chi è malato, solo, escluso, o a chi nella vita ha sbagliato, che Gesù è quella lettera di certezza che da sempre stai aspettando. Per questo Natale fa rima con RINNOVARE.

Che sia anche per voi un Natale in cui amare, generare e rinnovare la vita.

Tanti auguri