DALLE PORTE AL CUORE – DOMENICA 3 DICEMBRE 2023

Dal vangelo secondo Marco (Mc 13, 33-37)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

​Nella società in cui in tanti hanno tirato “i remi in barca”, insomma … si sono arresi di fronte al divenire degli avvenimenti lasciandosi travolgere proprio da questi, e in cui tutto sembra precipitare verso il baratro, la voce della speranza si erge nel buio. Una voce che indica qualcosa di nuovo che non è all’orizzonte, ma che è già presente nell’oggi della storia. Non solo negli occhioni di un bambino appena nato o in quelli di un bimbo che recita la sua bella poesia natalizia che fa brillare gli occhi prima dei nonni e poi dei genitori, ma in tutto ciò che si nasconde nello stesso mondo e che le sclerosi del cuore impediscono di intravedere, c’è qualcosa che ri-nasce. Il messaggio apocalittico di Marco, l’evangelista che parla senza orpelli lessicali. lo afferma senza esitazione: Gesù è colui che ribalta le situazioni più paradossali e apre la strada ad un mondo nuovo.

​Aprire le porte a Cristo non diventa così qualcosa di assurdo o un ripetere uno slogan che ha fatto epoca. Aprire le porte a Cristo vuol dire percorrere le strade della storia scorgendo il Cristo presente negli avvenimenti impensabili.

​L’incombere di una catastrofe nucleare, la guerra che si allarga sempre di più dalla vecchia Europa al Medio Oriente, dall’Africa al Mar Giallo, l’ecosistema che non regge e che provoca lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumento della temperatura marina, lo spettro di un lavoro che cambia visto l’ingresso nella società dell’intelligenza artificiale, la denatalità con quei numeri che fanno pensare non solo ad un invecchiamento della popolazione ma anche ad un insignificante interesse nei confronti della vita, la crisi etica sviluppatasi a largo raggio con l’incremento dell’indifferenza, ci farebbero pensare che i nostri giorni sono limitati. 

​Senza dimenticare i problemi di salute che colpiscono tanti, la crisi delle coppie e il crollo della famiglia, gli insuccessi professionali e l’apatia del mondo giovanile. Tutto ciò ci porta a dire che non vale la pena continuare a vivere.

​Ed è invece questo il momento, l’ora giusta, in cui oltre alle porte bisogna aprire il cuore. 


Gesù si lascia incontrare e vuole costruire con ciascuno un mondo di pace e di fraternità. Il Dio che fa paura e che conosce come punire l’uomo per essersi autoassolto dalle sue numerose malefatte non è il Dio di Gesù Cristo. Dopo le porte bisogna aprire il cuore facendosi piccoli come quel Bambino che continua a nascere nel nostro mondo. Con il cuore spalancato l’umanità non apre una semplice breccia in un muro fatto di pietra. 

​E’ l’ora in cui il Dio di Gesù Cristo, il Dio di quel Bambino che non si rifiuta di ri-nascere tra la prepotenza che si sviluppa anche tra le mura domestiche e che vede i figli rimproverare i genitori e genitori vivere sotto ricatto per paura di perdere i figli; non si rifiuta di ri-nascere anche quando l’accoglienza di una persona diventa sfruttamento; non si rifiuta di ri-nascere anche quando le multinazionali degli armamenti brindano a scapito di persone che mai avranno un luogo dignitosodove riposare per l’eternità visto che da morti finiscononelle fosse comuni; non si rifiuta di ri-nascere anche quando in tanti sotterrano i talenti perché preferiscono non impegnarsi; non si rifiuta di ri-nascere tra mille indifferenze e ad aprire nuove prospettive.

Oltre le porte e il cuore: scocca l’ora in cui l’impegno di ciascuno riscopre la logica del dono, dell’accoglienza, della disponibilità, dell’amore senza interessi, del servizio, della finanza etica, dell’impegno per un ecosistema a favore di tutti, della fratellanza universale.

Oltre le porte e il cuore c’è Gesù che non molla mai chiedendo di dimenticare il cristianesimo dell’emotività per passare a quello della disponibilità e della corresponsabilità.

Questa è l’ora del vero Avvento! Ed è già Natale!   

Il vostro parroco

Antonio Ruccia