SCATENARE – DOMENICA DELLE PALME 2024

Dal vangelo di Marco (11,1-10)


Quando furono giunti vicino a Gerusalemme, a Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio che è di fronte a voi; appena entrati, troverete legato un puledro d’asino, sopra il quale non è montato ancora nessuno; scioglietelo e conducetelo qui da me. Se qualcuno vi dice: “Perché fate questo?” rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, e lo rimanderà subito qua”».
Essi andarono e trovarono un puledro legato a una porta, fuori, sulla strada, e lo sciolsero. Alcuni tra quelli che erano lì presenti dissero loro: «Che fate? Perché sciogliete il puledro?» Essi risposero come Gesù aveva detto. E quelli li lasciarono fare. Essi condussero il puledro a Gesù, gettarono su quello i loro mantelli ed egli vi montò sopra. Molti stendevano sulla via i loro mantelli; e altri, delle fronde che avevano tagliate nei campi. Coloro che andavano avanti e coloro che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, il regno di Davide, nostro padre! Osanna nei luoghi altissimi!»

​Se c’è una parola che caratterizza l’ingresso a Gerusalemme di questo re senza insegne e senza corte che lo annuncia e lo venera, questa non può che essere scatenare. Una parola che rimanda immediatamente ad un gesto che esprime il modo con cui si rende libero qualcuno e nello stesso tempo ad un atteggiamento che esprime la gioia e la voglia di comunicare ad alta voce quanto si sta vivendo. 

​Gesù scatena qualcosa di nuovo e soprattutto di diverso tanto da “togliere le catene” e da cancellare il passato pieno di gesti oppressivi e opprimenti e indica la strada di una vita libera fuori dalla logica della sottomissione e del peccato. 

Gesù scatena ed inaugura il mondo delle persone libere. Persone che non si etichettano per titoli ereditati per tradizione perché appartenenti a casati consolidati. Persone che non si limitano a sognare, ma che segnano la strada con metodi antirazzisti, anti-violenti eantidiscriminatori e che dichiarano a gran voce che un mondo di pace è concretamente realizzabile.  

​Gesù entra a Gerusalemme scatenando qualcosa di nuovo.

Non entra da vittorioso, ma da persona libera. Uno stile che farà storia. È lo stile che si ritrova in uomini che hanno scatenato una scia di amore che nessuno ha potuto eliminare, proprio come Gesù ha fatto. È lo stile che si ritrova in uomini come Martin Luter King che con la nonviolenza ha scatenato il processo di liberazione dei neri abbattendo le barriere razziali. È lo stile di don Lorenzo Milani che ha scatenato con la scuola di Barbiana il percorso nuovo dello studio passando dalla mnemonicità allintrospezione. E’ lo stile di Giorgio La Pira che ha scatenato la politica dalla logica del servilismo per passare a quella dell’irenismo con la semplicità della parola e la sua valigia sempre pronta per andare ad incontrare i grandi della storia. 

Scatenando l’asino dal luogo in cui era legato, Gesù, nonostante le resistenze degli stessi discepoli, mostra che ogni schiavitù va eliminata. Con chiarezza dichiara che tutti possono essere utili per la causa dell’amore. 

​Dinanzi ad una folla scatenata che lo acclamaSalvatore e si aspetta da lui la liberazione dall’invasore romano, Gesù invoca la pace per il mondo e più che abbracciare le armi li spinge ad imboccare la strada della fratellanza universale.

​Gesù con uno stile inaspettato rompe con il passato escatena nuove prospettive che hanno come punto iniziale la periferia. Il suo andare verso Betania, dopo essere stato osannato, chiarisce senza appello che è dalle periferie che tutto inizia e che nessuno dev’essere periferia dell’altro. 

​A Gerusalemme, nell’ingresso festoso di Gesù, nasce il modello di una Chiesa scatenata con tre punti fermi.

Annunciare amore, pace e giustizia. Cristo è colui che scatena tutti i condizionamenti a cominciare dai modelli dei tanti “influencer” che appaiono nuovi dei e soprattutto idoli del nulla. Con la logica del guadagno facile risultano come l’emblema dell’anti educazione soprattutto quando mostrano la strada dell’inutilità del lavoro e spingono ad essere dei mantenuti dalla poca intelligenza dei tanti che gli corrono dietro. Sono sponsor legalizzati e senza regole che delineano l’inconsistenza della vita. Chi, al contrario, si impegna per la pace, la giustizia e la fratellanza non è un “influencer”, ma una persona scatenata per trovare ogni giorno tempo per generare amore e abbracciare l’umanità.

Proporre una Chiesa scatenata dicendo basta ad un agire passivo e ripetitivo che stenta a morire. Si tratta di scatenare un’azione di servizio che riveli una sana inquietudine. Un modo con cui non solo dire basta alle guerre attraverso il boicottaggio delle spese militari e a delle spese per il riarmo nucleare ed anche  affermare che solo l’unità di intenti può generare concordia e rilanciare  la via della pace piuttosto che quella della distruzione.

Indicare la via delle periferie perché ci sia una Chiesa povera e per i poveri e una società dalla parte dei deboli. Una periferia reale ed esistenziale nello stesso tempo che abbia nelle famiglie, che spesso appaiono distratte e divise, e in progetti di solidarietà, i modi nuovi da cui ripartire per costruire la civiltà dell’amore.

Scatenati e scatenanti per  realizzare il progetto di un mondo di pace 

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e di amore che non deve finire in un attimo nello stile dell’emotività di Gerusalemme di duemila anni fa, ma nello stile di quel Gesù e del Suo Vangelo che va metabolizzato e realizzato servendo e amandoindistintamente perché la pace … è possibile. 

Il vostro parroco

Antonio Ruccia