DA SCHIODANTI A S/BOCCIANTI – domenica 18 novembre 2018

Dal vangelo secondo Marco (Mc 13, 24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

La definizione del cosiddetto “discorso escatologico” di Gesù che si ritrova nel Vangelo di Marco è una chiara presa di posizione di posizione da parte del Maestro. Infatti, a quelli che gli fanno notare la magnificenza del Tempio e la conseguente potenza di Israele come logica “credenza” in cui sarebbe emersa la supremazia del popolo ebraico, Gesù risponde in modo da lasciare stupefatti tutti.
Prima ci sarà un tempo di buio. Sarà limitato ma oscuro, in cui sole, luna e stelle perderanno la loro lucentezza cui seguiranno una “nuova primavera” fatti di uomini e donne coraggiose che cammineranno per l’intero pianeta fino agli angoli del mondo.
Questo saranno i figli della primavera che sebbene avranno rami teneri e fragili e foglie appena spuntate, non avranno timore, nonostante la loro fragilità, di affrontare le brezze mattutine e le gelate improvvise.
Saranno schiodanti sboccianti che avranno messo da parte il tempo buio delle eclissi e della croce e nonostante l’assenza di segni direzionali come le stelle che da sempre hanno indicato i luoghi lontani da raggiungere, saranno in grado di far rinascere quanto per tanti era ritenuto ormai una realtà di morte.
Gli schiodanti sboccianti sono quelli s’impegnano a:
rinnovare l’evangelizzazione facendola uscire fuori dagli schemi attuali e riproponendo la centralità del Vangelo svuotando definitivamente la stessa fede da commistioni di superstizione;
rivisitare la spiritualità facendola uscire dai tradizionalismi e dove la Chiesa diventa una casa aperta per tutti in cui pregare non è sinonimo di grettezza e pietismo bigotto, ma di gioia nel sentirsi amati e nell’amare successivamente;
promuovere i poveri liberandoli dalle loro condizioni “di crocifissi” in modo da farli risorgere e non da affossarli perché i poveri non possono essere tenuti a distanza.
La comunità degli schiodanti sboccianti è formata da costruttori di primavere che ridonano a chi non l’ha il calore di una casa, la gioia di un pasto a chi bussa alla porta del cuore di chi spreca cibo, rilanciano il senso della famiglia a chi l’ha smarrita e non disdegnano di creare occupazione investendo quanto gratuitamente hanno ricevuto dalla vita.
La società spesso boccia, gli schiodanti al contrario sboccianti perché hanno compreso di far parte di una comunità di nuovi germogli e di rinnovate primavere che darà luce e non si spegnerà più perché composta da uomini e donne di risurrezione.

Il vostro parroco
Antonio Ruccia