RISCATTATI E INVIATI – DOMENICA 8 MAGGIO

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,27-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.

Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre.
Io e il Padre siamo una cosa sola».

Chi è il “buon pastore” che Gesù indica come modello a cui fare riferimento per sentirsi parte integrante di un gregge che a volte è in grado di produrre eccellenze e a volte sembra essere disinteressato di tutto, a cominciare proprio da chilo guida?

Non c’è alcun dubbio: il “buon pastore” è una persona eccezionale. Si pone in relazione con tutti. E’ per tutti un “padre”. Non uno di quelli pronto a pagare per i propri figli le sue continue assenze,offrendo loro i migliori piaceri della vita e nemmeno uno di quelli che, per paura di invecchiare, finisce per fare l’eterno adolescente per sentirsi alla pari dei propri figli senza indicare mai i valori della vita. 

Il “buon pastore” è geniale. Il livello della sua attenzione verso gli altri non è misurabile con alcuna unità di misura. Lui riscatta tutti e poi … li immerge in una storia, tanto da renderli protagonisti. La sua genialità non sta nel fatto di indicargli la strada da seguire, ma nel far diventare persone anche chi è apparentemente destinato a vivere nell’anonimato.

Per questo il suo gregge lo ascolta e lo seguecome padre e pastore geniale. Ognuno ha colto di non essere un sottomesso o uno pronto a chinare il capo ad ogni ammonizione che riceve. Ognuno hacapito di essere amato. Ha colto di essere unriscattato e poi inviato per proseguire nell’azione del riscatto anche quando pensa di non avere alcun valore nella propria esistenza.

Non è difficile trovare i nomi dei riscattati.

Nicodemo, riscattato dopo un lungo colloquio notturno. Esce dall’anonimato e dall’insignificanza del suo essere membro del Sinedrio. Uomo di spiccata intelligenza che agisce ribaltando completamente tutto al punto dal diventare il primo schiodante di Gesù e della storia. Un riscatto che lo porterà a comprare una mistura di mirra e aloe di valore inestimabile pur di dare dignità a quel Cristo che lo aveva amato. Modello di quel tale che “da ricco che era si fece povero” per riscattare i poveri della terra.   

La donna samaritana, riscattata sotto ilcocente sole di mezzogiorno dell’arida terra palestinese. Pur essendo donna di “facili mariti”,diventa la prima missionaria della nuova evangelizzazione. Nessuno l’aveva amata come Gesù. Era stata semplicemente sfruttata da tutti gli uomini a cui si era concessa. Gesù non l’ha etichettata. L’ha coinvolta e poi l’ha inviata a tutti, cominciando proprio dagli uomini, per annunciare che Cristo è amore.

L’adultera, prima “misericordiante donna” e modello ispiratore per ogni persona che confondel’amore con il sesso, per giunta a pagamento. Amata e non condannata, ma pro-vocata. Diventa per questo una collaboratrice di misericordia di cui la società della guerra in cui viviamo avrebbe avuto bisogno e che non riesce a generare.

Maddalena di Gerusalemme; la prima ad uscire al mattino di pasqua per andare al sepolcro di Gesù. Soprattutto la prima a tornare dal sepolcro di Gesù. A quelle come lei, che hanno colto che l’amore prevede la strada di andata e ritorno, il riscatto non basta. E’ modello per scuotere le coscienze,soprattutto quelle giovanili che sembrano essere precipitate nell’oblio di una vita da smartphone e che bandiscono le relazioni. Per quelli “alla Maddalena di Gerusalemme” l’amore è servizio,come ha fatto Gesù. Per questo bisogna diventare geniali come il “buon pastore”.

Il buon ladrone, riscattato alla fine della sua fine. Sebbene entrato in extremis a far parte del gregge, è inviato ad essere il clavigero del paradiso. Modello di tutti gli irrecuperabili. Con lui le porte sicuramente si aprono anche a coloro per i qualisembra impossibile.

Da inviati a riscattati, da chiamati a chiamanti, da marginali a protagonisti, da insignificanti a familiari di Dio. E’ questo il gregge del “buon pastore”.Uomini e donne fuori dagli ovili, ma pronti a lasciarsi amare e ad amare “for ever”, per sempre, quel Cristo che mostra a tutti che il “buon pastore” riscatta sempre e promuove tutti. 

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Il vostro parroco 

Antonio Ruccia